Da sempre, nell’immaginario collettivo, è il tappo di sughero che fa da padrone nel mondo del vino e che costituisce un elemento fondamentale, per l’apprezzamento del prodotto. L’apertura di una bottiglia di vino è quasi un cerimoniale, i grandi ristoranti hanno del personale che si occupa
esclusivamente della presentazione di un vino e dell’apertura della bottiglia. Il sughero, quindi, rientra nelle aspettative del cliente e risulta, spesso, un metro di giudizio nella valutazione di quel vino.
Il tappo ha però un’importante funzione, al di là del materiale con cui è stato realizzato e della sua forma, che è di impedire che l’ossigeno contenuto nell’aria possa venire a contatto con il vino, provocandone l’ossidazione. Questo fenomeno ha, si sa, effetti devastanti su i tutti i tipi di vino, alterandone il gusto e l’odore. La qualità del tappo, quindi, dovrebbe almeno essere direttamente proporzionale alla qualità e costo del vino che si compra imbottigliato.
Ma le opinioni su quale sia il tappe migliore non sono più così concordi, tanto che nei giorni scorsi è stato pubblicato in Gazzetta ufficiale (la n. 224 del 24 settembre 2013) il decreto che modifica le norme Ue in materia di etichettatura dei vini Dop e Igp (regolamenti 1234/2007 e 607/2009) cancellando la regola generale che prevedeva per i vini Docg (come Brunello di Montalcino, Barolo o Amarone) l’uso esclusivo del tappo di sughero.
Da ora in avanti invece la regola sarà quella della “libertà di tappo”, con la possibilità per i singoli Consorzi di tutela di prevedere norme più restrittive (e quindi l’uso esclusivo di un particolare tipo di chiusura) attraverso una modifica del disciplinare di produzione da presentare entro sei mesi.
La motivazione fondamentale che ha spinto alla stesura di questo decreto è stata rispondere alla richiesta che viene dai mercati internazionali, dai quali arriva oltre il 50% del fatturato del vino made in Italy.
Spesso, infatti, il consumatore internazionale, paradossalmente, proprio in presenza di un vino di fascia medio alta preferisce una chiusura alternativa al sughero, perché non vuole in alcun modo correre il rischio di aprire una bottiglia importante e poi scoprire che il vino è difettato.
Qualche purista probabilmente storcerà il naso ma di fatto, la nuova generazione di tappi a vite o anche le chiusure in ceramica o in vetro non ha nulla a che vedere con i vecchi sistemi in latta o in plastica utilizzati in passato e che erano sinonimo di vini di scarsa qualità.
Tappo a Vite, tappo a Corona, Tappo Sintetico e tappi di vetro, sono una valida alternativa al sughero, e possono anche fungere da strumenti per comunicare meglio il vino.
Di seguito alcuni esempi.